L'APPROCCIO CONSULENZIALE COME FATTORE DI
SUCCESSO
di Claudio Antonelli - Presidente APCO
Se l'approccio consulenziale è d'obbligo per chi esercita la consulenza come
professione, esso si dimostra sempre più necessario anche all'interno delle
imprese come metodo di lavoro per le professioni aziendali.
L'organizzazione orientata ai processi ha fatto emergere l'importanza di
lavorare per progetti, di far valere la leadership più che il potere gerarchico-
funzionale e di cercare la soddisfazione del cliente, anche quando si tratta di
un cliente interno all'impresa. Si parla sempre più spesso di vendita
consultiva, di ruoli di staff interpretati con taglio consulenziale, di ruolo del
capo come leader che si accredita presso le risorse da coordinare, e così via.
Qualche volta il vocabolo "consulente" viene usato anche a sproposito, per
rivestire un'attività non ben definita con un'etichetta di pregio. Ma
"consulente" è una professione, non un participio presente.
I manager che lasciano il lavoro in azienda e si lanciano nel mondo della
consulenza si accorgono presto che non bastano le pur ricche conoscenze
acquisite nella carriera manageriale. Esercitare la professione di consulente
richiede il possesso di ulteriori competenze e l'esercizio di regole di lavoro
che sono peculiari dell'attività professionale specifica.
Alcuni ritengono di possedere già una preparazione adeguata alla
professione. In fondo nella loro vita hanno gestito i problemi della loro
funzione aziendale con competenza e managerialità riconosciute da tutti.
Hanno anche collaborato con tanti consulenti, alcuni dei quali ne sapevano
meno di loro. Questi neofiti della consulenza ritengono che sarà sufficiente
aprire un ufficio, mettere una targa sulla porta e poi fare il giro degli amici,
dei colleghi e dei conoscenti: quando le competenze ci sono, il business non
può che arrivare. A questi signori facciamo tanti auguri, ma suggeriamo loro
di farsi venire qualche dubbio.
Altri sono consapevoli che la competenza specifica è un ingrediente
indispensabile ma non è sufficiente per esercitare la professione di
consulente. Vorrebbero capire meglio come si diventa e come si fa il
consulente di direzione e organizzazione aziendale. Non è curiosità da
salotto, ma è una necessità ben più radicata.
Il desiderio di praticare una professione motivante, coinvolgente e ricca di
sfide e riconoscimenti, è accompagnata dalla consapevolezza di non
conoscerne le peculiarità, i contorni, i rischi, le abilità cruciali.
Occorrerebbe un corso di formazione su come si fa la consulenza, a
prescindere dai contenuti specialistici di competenza.
L'APCO (Associazione Professionale Italiana dei Consulenti di Direzione e
Organizzazione) è in grado di offrire questa opportunità formativa e vuole
proporla a tutti quelli che desiderano consolidare e migliorare le proprie
abilità nel definire ed erogare il servizio professionale di consulenza
direzionale.
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